domenica 29 marzo 2009

domenica 15 marzo 2009

cONZEpt _namber3uan/3.1

L'Ultima area presa in esame è sicuramente quella più bisognosa di un forte rinnovamento ed è quella che più di tutte può segnare un punto di svolta all' interno del quartiere dove si trova.

La sua posizione all'interno di un isolato densamente popolato, vicino a una importante arteria viaria (via di Tor Pignattara) e l'assenza quasi totale di spazi di parcheggio suggerisce la progettazione di un servizio fruibile soprattutto dalla gente che vi abita vicino, ma nn solo.
La soluzione che sembra offrire maggiore garanzie è ancora una volta una
biblioteca di quartiere e, prorpio perchè immersa in un agglomerato di residenze, deve distinguersi, assumendo così le sembianze di una gabbia bioclimatica appesa tra un palazzo e l altro.

In questo caso la biblioteca ospiterà all'esterno una intensa area verde che sarà parte integrante del funzionamento bioclimatico dell'edificio.
All'intento della struttura troveranno poi posto numerosi laboratori di studio e di lavoro dove artigiani e commecianti potranno anche vendere il loro prodotto secondo le regole del mercato equo e solidale.

cONZEpt _nambertchu/7.0

Questa area è sicuramente una delle meno degradate di quelle analizzate ma nel contesto in cui vive, ovvero dell'isolato in cui sitrova, questo spazio residuo di fronte una parete cieca offre uno spunto considerevole di progettazione.

La struttura scelta per la progettazione è una piccola biblioteca di quartiere che possa andare a completra eun quadro di servizi che arricchisce questa zona. Sono infattipresenti nelle vicinanze servizi importanti come una chiesa, un centro sportivo, un istituto superiore...tutti luoghi di forte attrazione per ragazzi e ragazze che vanno da una età di 14 ai 24 anni. Qundi questo progetto si deve rivolgere soprattuto ai giovani che sono, qui più che mai, i protagonisti della città.

La struttura ospiterà dunque oltre alla biblioteca, delle aree studio e di lavoro, con la possibilità di essere convertite in veri e propri laboratori al servizio dell'istituto superiore li vicino; delle aree ludiche e ricreative che possano integrarsi anche con una attività ristorativa che in questo quartiere scarseggia e che contribuirebbe alla totale apertura verso i giovani.

cONZEpt _namberuan/4.0

In quest'area svolge un ruolo egemonizzante la presenza del mercato dall'altro lato della strada.
Il progetto consiste nella realizzazione di una struttura che riesca a sfruttare a prorpio vantaggio il grande flusso di gente che proprio in quella via è scaturito dalla presenza delle attività commerciali e che catalizzi su di se l'attenzione dei cittadini per divulgare contenuti altrimenti più di nicchia.
Dunque la funzione prevalente per questo edificio sarà quella espositiva, più specificatamente sulle tematiche ambientali, anche perchè da una prima analisi si scopre come in questo quartiere manchi un vero e proprio polo multiculturale.

Ma la progettazione di quesa struttura non si fermerà alla progettazione di uno spazio espositivo:
questo edificio ospiterà anche degli uffici per associazioni che vogliano intrapredere la strada per la tutela dell'ambiente e dei laboratori di ricerca che sfruttino in particolare la collaborazione con scuole e università.

compagno di.....strada

segue la mixitè



venerdì 13 marzo 2009


urban VOIDS4.0

Anche qui compare il tema della faciata cieca, anzi qui è addirittura raddoppiato con uno spazio nel mezzo, di pertinenza dell'edificio che ben si presta ad una espansione progettuale. Attualmente l'area in questione è lasciata in abbandono ed è presumibilmente utilizzata come provvisioria discarica di un vicino gommista vista la presenza di numerosi pneumatici nella condizione di totale abbandono.
L'area è situata su via Albano e si presenta come una ferita, un prolungamento mancato di quel palazzao che si ritrova senza teminale e con una corte aperta su un lato corto, dove ora c è il vuoto, colmato solo dalla presenza di un piccolo beniznaio e da qualche pnumatico abbandonato.

Uno spunto di progettazione interessante può essere fornito dalla presenza del mercato proprio dall'altra parte della strada. Inoltre non molto lontano abbiamo la presenza anche di una clinica privata, un farmacia e soprattuto la fermata metro A di Colli Albani, segno comunque che non siamo di fronte ad una area degradata,in cui ci si chiede di risolvere partocolari problematiche, ma che abbiamo a che fare con una porzione di territorio a cui apportare migliorie che possano qualificare il quartiere.



urban VOIDS7.0


urban VOIDS7.0

L'area 7 si affaccia su una sorta di "piazza" che fiancheggia via di Rocca di Papa. Attualmente però questo grnade spiazzo è occupato prevalentemente da parcheggi che servono le attività e i servizi ad esso circostante e che sicuramente non sono pochi: chiesa, centro sportivo, scuola superiore, giostre per bambini.....
Si può tranquillamente dedurre quindi che non siamo di fronte ad una area particolarmente critica, anche considerato l'apparato infastrutturale che ad una prima analisi sembra essere efficiente, ma che dal punto di vista quantomeno estetico, visuale presenta dei grossi problemi in quanto la palazzina in questione si rapporta con la suddetta piazza in maniera indecente: una enorme faccia cieca sovrsasta una zona medio-piccola completamente abbandonata a se stessa, sede di pochi e spogli cartelloni pubblicitari, se non abusivi.
Anche qui potrebbe esserci la possibilità di una espansione verso le palazzine adiacenti a quella interessata se non altro per non limitare l'intervento progettuale alla sola area di fronte alla piazza.

La valorizzazione di questa area dipende molto dal rapporto che può stabilire tra essa e i molteplici servizi offerti all'interno del quartiere, inoltre deve sapersi relazionare adeguatamente con le palazzine con cui dialogherà in modo diretto.


urban VOIDS3.1

urban VOIDS3.1

L'area 31, è situata su via via Bartolino da Novara, ed è racchiusa all'interno di alcuni edifici prettamente residenziali: palazzine di 4-5, e 6-7 pianiche non solo caratterizzano questo isolato, ma si osserva, ad una scala maggiore, che sono l'elemento peculiare di tutto il quartiere.

La superficie di progetto in questione, è medio-piccola, anche se presenta ottime potenzialità di espansione, candidandosi di fatto ad una espansione rettilinea verso il cuore dell'isolato, diventando di fatto una sorta di corte interna-esterna.
Il grande interesse per questo sito è scaturito dalla presenza di una grande parete cieca che domina l'area stessa e che risalta subito allo sguardo nel momento in cui si percorre via Bartolino da Novara.

Per quanto riguarda il contesto si può dire che il quartiere è prevalentemente residenziale, dove si può individuare benissimo una parte di territorio pianificata ed un'altra, dall'altra parte di via di Tor Pignattara, che invece lascia pensare ad uno sviluppo di tipo abusivo. Tale mancanza ha portato ad una sovrappopolazione del territorio che ora si dimostra incapace di offrire alla popolazione adeguati standard urbanistici, come aree verdi, parcheggi e soprattuto infrastrutture, avendo denotato una carenza di marciapiedi, segnaletica orizzonatale e verticale, prima di tutto pericolosa, in secondo luogo problematica dal punto di vista del traffico.

giovedì 12 marzo 2009

.....quelli che uRBAN VOIDS

La zona presa in considerazione è quella compresa tra il parco della Caffarella e il parco di Centocelle, andando a toccare quindi le zone che furono interessate dal piano di riqualificazione urbana denominato SISTEMA DIREZIONALE ORIENTALE, ovvero lo SDO.
Nel territorio in questione sono numerosi gli spunti per una riflessione, non solo progettuale, ma anche socio-economica, in quanto siamo di fronte a delle aree molto diverse fra di loro, basti pensare a Centocelle o alla zona limitrofa di via di Tor Pignattara, oppure al Mandrione o al quartiere ai lati di via Appia Nuova.

Le criticità che troveremo sono figlie di rapidi processi di trasformazione imposti dall'alto, imposti dall'esigenza del denaro, di arricchimento: lo sfruttamento del territorio per i prorpri interessi, senza curarsi di creare un apparato integrato con il resto del tessuto urbano, senza cercare di creare delle relazioni funzionali per il quartiere, ma soprattuto la negligenza e il disinteresse nel permettere di lasciare profonde ferite nel nostro assetto urbano ha permesso a tali amministrazioni di dotarsi di simili aree critiche: benzinai abbandonati, aree dismesse senza alcuno utilizzo, ampie zone verdi lasciate all'abbandono prede solamente del nomadismo, cantieri inattivi degradanti alla sola vista......
L'elenco è solo all'inizio di una serie di situazioni che sono sotto gli occhi di tutti giorno per giorno ed è compito del cittadino cambiare la sostanza delle cose, prendere l'iniziativa per un rinnovamento radicale, un cambiamento dal basso che smuova una volta per tutte le cose.

Questa iniziativa, nata tra i banchi della facoltà di architettura Ludovico Quaroni, portata avanti da tutti i studenti di un corso di laurea, è secondo me applicabile non solo in chiave didattica, ma anche in altre realtà urbane di Roma e non solo, dove troverebbe ancora più coerenza nella sua volontà del popolo, primo interessato per un cambiamento.


Sono state individuate 35 aree che sono state considerate come possibili fruitrici di un intervento architettonico. L' obbiettivo è conferire loro la qualità architettonico-urbana persa, o in qualche caso mai avuta, essendo delle aree in cui, sin dal principio, la progettazione e la specifica funzione è stata messa in secondo piano.