giovedì 12 marzo 2009

.....quelli che uRBAN VOIDS

La zona presa in considerazione è quella compresa tra il parco della Caffarella e il parco di Centocelle, andando a toccare quindi le zone che furono interessate dal piano di riqualificazione urbana denominato SISTEMA DIREZIONALE ORIENTALE, ovvero lo SDO.
Nel territorio in questione sono numerosi gli spunti per una riflessione, non solo progettuale, ma anche socio-economica, in quanto siamo di fronte a delle aree molto diverse fra di loro, basti pensare a Centocelle o alla zona limitrofa di via di Tor Pignattara, oppure al Mandrione o al quartiere ai lati di via Appia Nuova.

Le criticità che troveremo sono figlie di rapidi processi di trasformazione imposti dall'alto, imposti dall'esigenza del denaro, di arricchimento: lo sfruttamento del territorio per i prorpri interessi, senza curarsi di creare un apparato integrato con il resto del tessuto urbano, senza cercare di creare delle relazioni funzionali per il quartiere, ma soprattuto la negligenza e il disinteresse nel permettere di lasciare profonde ferite nel nostro assetto urbano ha permesso a tali amministrazioni di dotarsi di simili aree critiche: benzinai abbandonati, aree dismesse senza alcuno utilizzo, ampie zone verdi lasciate all'abbandono prede solamente del nomadismo, cantieri inattivi degradanti alla sola vista......
L'elenco è solo all'inizio di una serie di situazioni che sono sotto gli occhi di tutti giorno per giorno ed è compito del cittadino cambiare la sostanza delle cose, prendere l'iniziativa per un rinnovamento radicale, un cambiamento dal basso che smuova una volta per tutte le cose.

Questa iniziativa, nata tra i banchi della facoltà di architettura Ludovico Quaroni, portata avanti da tutti i studenti di un corso di laurea, è secondo me applicabile non solo in chiave didattica, ma anche in altre realtà urbane di Roma e non solo, dove troverebbe ancora più coerenza nella sua volontà del popolo, primo interessato per un cambiamento.


Sono state individuate 35 aree che sono state considerate come possibili fruitrici di un intervento architettonico. L' obbiettivo è conferire loro la qualità architettonico-urbana persa, o in qualche caso mai avuta, essendo delle aree in cui, sin dal principio, la progettazione e la specifica funzione è stata messa in secondo piano.




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